Giorgio Mendella

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Giorgio Mendella, 1995 circa

Giorgio Mendella (Monza, 2 marzo 1953) è un imprenditore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Monza ma viareggino d'adozione, si diplomò perito elettrotecnico e successivamente studiò informatica ed economia da autodidatta.[1]

Lavorò dapprima come fattorino presso una galleria d'arte il cui titolare, sul finire degli anni 1970, gli propose di apparire sugli schermi di Bergamo TV per curare le televendite di quadri e altre opere d'arte.[1]

Negli anni 1980 fondò una propria emittente televisiva, Rete Mia, e più tardi, a cavallo del decennio seguente, creò il gruppo Intermercato, holding che controllava decine di società,[1] con un giro d'affari stimato, secondo i dati riportati dalla stampa dell'epoca, in oltre 1 000 miliardi di lire.[2] Oltre a Rete Mia, Mendella possedeva le società Capitalfinanziaria, Domovideo, Fin Versilia, Publimercato '90, Interco, Mias Assicurazioni e molte altre, compresa la squadra di calcio del Viareggio. Allo stadio dei Pini di Viareggio, Mendella organizzava periodicamente convention con migliaia di soci/investitori; secondo quanto riportato dal Giornale, nel 1989 fu il creatore della prima public company in Italia.

In seguito entrò nel mercato libero della telefonia con un satellite per telecomunicazioni, fondando la società Primosat Corporation con sede a Viareggio.

Alla caduta del muro di Berlino entrò nei mercati dell'Europa orientale con iniziative commerciali, immobiliari e turistiche; aprì a Bucarest un supermercato che vendeva merce occidentale nella valuta locale.[3]

Procedimenti giudiziari[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1991 Mendella fu incriminato per una serie di reati fra i quali associazione a delinquere, truffa, sollecitazione abusiva al pubblico risparmio, esercizio abusivo della professione bancaria e falso in bilancio.[4]

L'esperienza di Rete Mia finisce nel 1999, quando il Tribunale di Lucca condannò Mendella per bancarotta fraudolenta, in parte assolvendolo dagli altri reati e in parte dichiarandone l'intervenuta prescrizione.

La motivazione della sentenza di condanna emessa dal tribunale lucchese indicava la somma che allo stesso veniva imputata, come «utilizzata per fini personali», nella misura di 984 milioni di lire.[5][6][7][8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Massimo Emanuelli, Giorgio Mendella - Da Bergamo TV a ReteMia, su storiaradiotv.it (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2007).
  2. ^ Giampiero Martinotti, Il mosaico di Mendella, in la Repubblica, 9 maggio 1989.
  3. ^ Ferrigno., Raphaël et Agostino Chigi : le peintre et son mécène, Presses universitaires de Rennes, 2018, ISBN 978-2-7535-7559-2, OCLC 1126355651. URL consultato il 23 settembre 2022.
  4. ^ Christian Raimo, Mendella, il bancarottiere visionario tra finanza e tv, su linkiesta.it, 8 settembre 2013.
  5. ^ Vent'anni di truffe ai Bot-People. Sono finiti in fumo 22 miliardi, in la Repubblica, 30 ottobre 2003.
  6. ^ Giorgio Mendella, su piramidedoro.it, 28 novembre 2005.
  7. ^ Ruggero Capone, All'economia Renzi servirebbe Mendella, su opinione.it, 7 maggio 2014.
  8. ^ Mario Gerevini, Il ritorno di Mendella. Ora ci prova al Nasdaq con il «Defender», in Corriere della Sera, 16 gennaio 2011, p. 31 (archiviato dall'url originale il 12 agosto 2014).